Circolare 19/E dell’Agenzia delle Entrate: prevenzione all’evasione fiscale nelle sportive dilettantistiche

Circolare 19/E dell’Agenzia delle Entrate: prevenzione all’evasione fiscale nelle sportive dilettantistiche

Quando l’Agenzia delle Entrate effettua un controllo su un’associazione sportiva dilettantistica, cosa controlla?

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare 19/E sugli Indirizzi operativi e linee guida sulla prevenzione e contrasto dell’evasione fiscale e sull’attività relativa alla consulenza, al contenzioso e alla tutela del credito erariale.
La circolare, come chiaramente desumibile dall’oggetto, fornisce utili indicazioni e strumenti per la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale.

Tra le differenti materie trattate il documento dedica un breve paragrafo all’accertamento nei confronti degli enti non commerciali, quindi anche nei confronti delle associazioni e società sportive dilettantistiche.
Il recupero delle agevolazioni illegittimamente fruite nei confronti dei soggetti che solo apparentemente si presentano come non profit è l’intento dichiarato dall’Agenzia delle Entrate.
Nello sviluppo della sezione vengono individuati i criteri di selezione dei soggetti sottoposti a controllo. Oltre agli applicativia disposizione dei controllori – nel caso delle sportive dilettantistiche viene da pensare alla possibilità di  accesso alla sezione riservata del  Registro Coni, si richiama un nostro precedente lavoro https://www.asisportfisco.it/registro-coni-2-0-aggiornamenti-importanti/ – nel passaggio viene confermato che verrà tenuto di conto delle specificità sia del territorio sia dell’attività svolta dagli enti, il tutto al fine di ottimizzare le attività del controllore e di non perseguire situazioni di minima rilevanza o caratterizzate da una evidente rilevanza sociale; da sottolineare come, tra le attività meritevoli sotto un punto di vista sociale, viene menzionata la formazione sportiva per i giovani.

Lo scopo dell’Agenzia delle Entrate è quindi quello di rintracciare quei soggetti che pur indossando il vestito non profit esercitano una attività difficilmente riconducibile ad una tale tipologia di ente. Tra le attività intraprese per scopi che esulano dai fini sociali che caratterizzano il terzo settore vengono indicate in modo esemplificativo all’interno della circolare le attività commerciali – somministrazione di alimenti e bevande, organizzazione di viaggi, intrattenimento e spettacolo – finanziarie, immobiliari; un utile riferimento è l’art. 5 del D.Lgs 111/2017.
Altro elemento di criticità valutato come meritevole di una specifica indagine è l’esistenza di rapporti finanziari esteri e conti correnti all’estero intestati ai medesimi soggetti,  nonché ai loro rappresentanti legali.

L’analisi sarà quindi rivolta prioritariamente alle organizzazioni che svolgono attività inidonee a perseguire scopi di rilevanza sociale, procedendo quindi al disconoscimento di ente non profit e al conseguente recupero a tassazione delle agevolazioni indebitamente fruite.
Da specificare in conclusione che, le istruzioni contenute nella circolare sono da leggersi, così come prescritto all’interno del documento, congiuntamente al più corposo documento emesso dalla Guardia di Finanza la circolare 1/2018 – http://www.gdf.gov.it/documenti-e-pubblicazioni/circolari/circolare-1-2018-manuale-operativo-in-materia-di-contrasto-allevasione-e-alle-frodi-fisca/circolare-n-1-2018-volume-iii.pdf – nella parte dedicata alle Principali Metodologie Di Controllo Riguardanti Il “Terzo Settore” E Altri Regimi Agevolativi.

| di Michele Meucci, Commercialista esperto in ASD |